Infra-ordinario #4

Domenica 23 marzo 2008. Due uomini entrano, fisarmoniche in spalla, nel Bar Bacio di fronte alla fermata dell’autobus, ai civici 195 a-b di Via della Magliana. Uno dei due uomini, coi capelli bianchi, porta un berretto tipo coppola, rosso ruggine, che contrasta col vestito grigio. L’altro, molto più giovane (suo figlio?), porta un berretto da baseball. Le loro fisarmoniche sono piccole, del tipo a una tastiera e una bottoniera, decorate a intarsi di madreperla, e un po’ logore. Le frasi che si scambiano le inservienti del bar e i due uomini dicono che le une e gli altri sono immigrati.

Il passeggio per il marciapiede, alle 17.25 della domenica di Pasqua, è quasi esclusivamente di non italiani: romeni, bengalesi, altri immigrati che parlano lingue esotiche. Attraverso ed entro nel Bar XXL, Via della Magliana 190b. Come di consueto, la televisione nel bar è accesa e sintonizzata su Canale 5. Al momento, il programma in onda è Il Grande Fratello; ma nonostante il volume del televisore sia così alto da sovrastare quasi le voci degli avventori, nessuno sembra fare gran caso a quello che passa sullo schermo. Un uomo piccolo, di mezza età, di pelle marrone, siede, il cellulare incollato all’orecchio, in ascolto della voce che gli arriva dall’altra parte.

Un altro uomo chiede alla cassiera un ‘gratta e vinci’ da due euro. «I gratta e vinci sono terminati», risponde lei. In tutti i bar della zona, incessantemente, l’acquisto di ‘gratta e vinci’ da uno, due, cinque, dieci euro è fra le attività principali degli avventori, non importa se italiani o immigrati.

Lunedì 24 marzo 2008. Sono le 18.45 e il Bar XXL accoglie gli abitanti italiani del quartiere – per lo più uomini. Fuori del bar, un uomo è impegnato in una interminabile conversazione al cellulare. Un altro si avvicina per raccogliere un ombrello – piove ininterrottamente – poi estrae il cellulare e inizia a sua volta a parlare. Dentro, la televisione è oggi insolitamente sintonizzata su RAI Tre: il programma in onda parla dell’Africa subsahariana e delle cattive condizioni igieniche della popolazione locale. Attraversando la strada, al Bar Bacio sembra che la maggior parte degli avventori oggi siano arabi.

Pier Luigi Nervi

Padiglione in ferrocemento (reinforced concrete pavilion), Magliana, Rome, 1945 (overall view)
Padiglione in ferrocemento, Magliana, Rome, 1945 (detail)
Padiglione in ferrocemento, Magliana, Rome, 1945 (detail)
Padiglione in ferrocemento, Magliana, Rome, 1945 (detail)
Padiglione in ferrocemento, Magliana, Rome, 1945 (detail)

Infra-ordinario #3

Primi di ottobre 1990. Dopo aver terminato il nostro concerto ad una convention, per cui siamo venuti da Roma, A., P. e io lasciamo S. in camera (si è già messo a letto a leggere), usciamo dal Jolly Hotel e ce ne andiamo per Ancona nella notte.

Il cielo è limpido; fa piuttosto freddo, e il vento soffia forte. Vagabondando raggiungiamo la sommità del colle di San Ciriaco e guardiamo verso il mare. Ai piedi del colle, abbastanza lontano, un traghetto bianco sta ormeggiato. Tutte le luci sul ponte sono accese – tubi al neon che esaltano la bianchezza della nave e non spandono nessuna luce al di là. Il vento porta via ogni suono.

Ci distraiamo per un poco; giriamo attorno a San Ciriaco. Quando ci avviciniamo di nuovo al punto da cui si vede l’imbarcadero, la nave ha salpato. È più lontana, sospesa tra l’acqua nera e il cielo nero, delineata dalle sue luci verdastre al neon, rilucente nel buio con il suo scafo candido.

Il vento soffia sempre e non s’ode nemmeno una traccia del rumore dei motori. La nave scivola lenta, muta, nell’oscurità compatta, e poco a poco si trasforma in una indistinta macchia luminosa.